I borghi più belli della Calabria


 

Altomonte

Provincia di Cosenza

 altomonte

  
Nella provincia cosentina troviamo uno dei più bei borghi calabresi. Altomonte, piccolo borgo medievale posizionato ad un'altitudine di 470 metri sulla Valle dei fiume Esaro, che spazia dalla Piana di Sibari fino ai monti della Sila.
Furono gli angioni a dare il nome di Altomonte al borgo e a plasmare l'attuale centro storico del paese, fatto di vie strette e mura antiche. Altomonte è tra i borghi medievali più belli della Calabria, inserito nel circuito dei "Borghi più belli d'Italia". Il nome Altomonte è del XIV secolo, quando con gli Angioini la contea passò ai Sangineto e poi ai Sanseverino, principi di Bisignano legati ai Ruffo di Calabria.
Tra le meraviglie architettoniche conservate oggi ad Altomonte spicca la bella Cattedrale di Santa Maria della Consolazione, austero edificio gotico-angioino, edificata nel XVI secolo. La cattedrale è impreziosita da capolavori dell'arte lapidea, come il magnifico portale, il grande rosone composto da archetti disposti a ruota e l'elegante bifora della massiccia torre campanaria.
Fu voluta dal conte Filippo Sangineto (cavaliere di re Roberto d’Angiò) che la fece costruire tra il 1342-45. La chiesa venne arricchita con pregievoli opere di Simone Martini, Bernardo Daddi e della scuola di Giotto. Opere che fanno di Altomonte "un'isola d'arte del Trecento toscano in Calabria".
Buona parte delle opere d'arte che arricchivano la chiesa di S. Maria della Consolazione, sono oggi conservate presso il museo civico di Altomonte, ubicato all'interno dell'ex Convento dei Domenicani, altro gioiello storico ed artistico del borgo medievale. Dotato di un notevole chiostro a due ordini, con pilastri ad archi romani e volte a crociera.
A pochi passi dal Convento dei Domenicani troviamo il Castello Feudale e la Torre dei Pallotta (sec. XI), fortezza a base quadrata sede del Museo Azzinari. Nella parte alta del borgo medievale, tra il castello e la cattedrale di S. Maria della Consolazione sorge il B&B L'Antica Balbia.
  
 

Morano Calabro

Provincia di Cosenza

morano calabro

 
 
Morano Calabro un' incantevole borgo situato su un colle a 694 metri di altitudine, piccolo paesino di circa 5000 abitanti, ha come sfondo naturale il versante calabrese del massiccio del Pollino, le vette del Dolcedorme e della Serra del Prete. Suggestive  paesaggio con viuzze che si aprono davanti a chiese e palazzi signorili.
La scoperta di Morano parte dalla Chiesa di San Bernardino da Siena; un gioiello di architettura monastica quattrocentesca in stile tardo-gotico con l’interno mistico e severo come tutti gli ambienti francescani . Di notevole pregio il soffitto ligneo a carena di nave, unico in Calabria, e il Polittico di Bartolomeo Vivarini. Risalendo il quartiere dei Lauri, si raggiunge la Collegiata di San Nicola e dal rione San Nicola attraverso archi, sottopassi, viuzze e slarghi che rivelano stupendi scorci paesaggistici, si raggiunge il Castello, di origine normanna, ampliato tra il 1515 e il 1546 da architetti napoletani per conto del Principe Sanseverino che lo elesse a propria dimora.
La chiesa più antica di Morano, risalente al Mille, oggi totalmente ristrutturata al suo interno in chiave tardo-barocca. Da visitare, inoltre, la Chiesa di Santa Maria del Carmine e, fuori dell’abitato, il Convento dei Cappuccini con il chiostro seicentesco e i ruderi del monastero di Colloreto immerso in un bosco di elci e faggi ai piedi del Pollino. Morano è ricca anche di palazzi gentilizi: il Palazzo Rocco, l’elegante Palazzo Salmena, il Palazzo Serranù, il Palazzo Scorza-Aronne, il palazzo Cozza col suo loggiato angolare, il Palazzo dei Cavalieri Marzano nel rione Giudea, il Palazzo Lauria.
 
 
 
 

Santa Severina

santaseverina

 
 
Tra i borghi calabresi più belli troviamo Santa Severina, abitata dagli Enotri nell'età del bronzo e del ferro.
Dalla sua fondazione, fino al IX sec., la città mantenne il nome di Siberene, diventando poi Santa Saverina prendendo il nome dal culto della Santa alla quale fu dedicata la prima Cattedrale, fu importato ed imposto dai greco-siculi che in quel periodo si spostarono in queste terre. Con l’avvento dei Bizantini, Santa Severina diventò un centro religioso molto importante.
Chi giunge qui non può fare a meno di attraversare la splendida piazza Campo, caratterizzata da una pavimentazione in porfido, sulla quale risalta un'ellisse orientata sull'asse maggiore nord-sud. Al centro dell'ellisse una rosa dei venti. Piazza Campo rappresenta il salotto dei santaseverinesi, un luogo che ospita gli eventi più importanti e che si frappone tra la Cattedrale di Santa Anastasia ed il Castello.
 
Il Castello restaurato tra il 1991 e 1998, è composto da un maschio quadrato con quattro torri cilindriche angolari e fiancheggiato da quattro bastioni sporgenti in corrispondenza delle torri, e domina la piazza del paese. La sua costruzione risale all’epoca della dominazione normanna (XI secolo) su una fortificazione preesistente di epoca bizantina.
Altre ricerche archeologiche, nel corso del 2011, hanno evidenziato l’uso abitativo o funerario di numerosi anfratti della rupe, ora difficilmente raggiungibili ed a rischio di frana. Nel Castello ha sede il Museo Archeologico, dove sono esposti reperti – di proprietà dello Stato – provenienti dal territorio o rinvenuti nel corso degli scavi nella fortificazione. Sono visitabili alcune aree archeologiche (grotte, necropoli, chiesa bizantina, fondazione torre normanna etc.) messe in luce nel corso degli scavi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria.
 
 
 

Bova

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In provincia di Reggio Calabria troviamo Bova, la patria dei Greci di Calabria.
Territorio incontaminato ricco di fiumare e calanchi, alture e colline, le coste sono franose. Le stradine interne sono molto strette e ripide, le abitazioni e i palazzi gentilizi sono costruiti in pietra e mattoni e arricchiti da decorazioni di lesene, cornici, mensole e importanti portali d’ingresso. Oltre ad avere un borgo molto bello e ben curato con notevoli strutture ricettive, conserva numerosi beni culturali:
Tra questi troviamo:
I ruderi del Castello Normanno (X-XI sec.), la Chiesa di San Leo (XVII sec.) con statua marmorea del Santo del 1582, la Cattedrale di Santa Maria Isodia la quaòe custodisce un esclusivo capolavoro rinasccimentale, La Madonna con Bambino (1548  - Rinaldo Bonanno). e tante altre chiese e musei.
 
 
 
 

Fiume Freddo Bruzio

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Fiume Freddo Bruzio incantevole borgo tra le alture rocciose tra Paola e Amantea, situato su una propaggine del Monte Cocuzzo. Di origine medievale prende il nome dal Fiumefreddo che scorgeva  le sorgenti del Monastero dell'ordine Florense, di Maria santissima, dopo l'unificazione d'Italia Fiumefreddo ebbe l'attribuzione di "Bruzio". Fra le bellezze del luogo è sicuramente da vedere il Castello detto "Palazzo della Valle" che fu costruito nel 1201 da Simone de Mamistra dalla trasformazione di una torre di difesa. Abbellito secondo i canoni estetici dell'epoca e furono costruite, le mura di cinta del paese, e due torri chiamate Golette.
Nei primi anni del 1800 il castello fu semidistrutto dai francesi quel che ne resta è stato restaurato di recente, e custodisce i murales di Salvatore Fiume, pittore siciliano del 900 di fama mondiale. Il pittore dipinse, alcune pareti interne ed esterne dell'antico castello semidiroccato e la cupola della cappella di San Rocco.
Sempre a Fiume si devono le sculture di bronzo, in ognuna delle due piazze panoramiche di Fiumefreddo, da cui si gode, nella tranquillità del borgo cinquecentesco, uno stupendo panorama marino.
L'abitato, importante centro storico e culturale che conserva parte delle mura medievali, diede le origini all'artista Giuseppe Pascaletti (1699-1757). Da non perdere, oltre, al castello, sono la Chiesa di S.Chiara, la Chiesa Madre, con due portali sei-settecenteschi, e diverse tele all’interno; la Chiesa di S.Francesco di Paola; i palazzi feudali del XVI-XVII sec.; immediatamente a monte dell'abitato, verso la stradina che conduce all'Abbazia, la Chiesa del Carmine (XVIsec.).
 
 
 
 

Badolato

Badolato

 
 
Badolato, tranquillo antico centro medioevale, fondato nel 1080, situato su una collina a pochi chilometri dalla costa ionica, alle sue spalle le pre Serre Calabre. 
Il millenario borgo di Badolato conserva ancora intatta la struttura urbanistica medioevale costituita da suggestivi vicoli stretti e tortuosi che si intersecano fra le case l’una a ridosso dell’altra. Badolato si erge su di una collina che domina l'ampia vallata del torrente Gallipari, i cui aspri tratti e la bellezza si ammirano in tutto il loro splendore dagli innumerevoli belvedere che costellano la strada per la montagna e l'altopiano delle Serre. Quest'ultima collega l'antico borgo con la statale 106 permettendo così al visitatore di passare in pochi minuti dalla calda amenità della costa ionica al fascino di una montagna ancora incontaminata.
Il borgo sin dalle origini ebbe scopi eminentemente difensivi come confermato dalla cinta muraria e dal castello signorile risalenti circa al XII secolo; quest'ultimo, in particolare dotato di torre, fungeva da punto d'avvistamento contro le invasioni dei Saraceni o dei Turchi, che afflissero la Calabria per tutto l'Alto Medioevo.
Compreso nella Contea di Catanzaro agli inizi della dominazione Normanna, fu in seguito baronia, ed ai tempi degli Angioini appartenne ad un Filippo di Badolato, donde, probabilmente, il nome del paese. Appartenne anche alla famiglia dei Ruffo e a quella dei Toraldo per passare nel 1596 a Pietro Borgia Principe di Squillace e successivamente a Pier Francesco Ravaschieri.
Tra queste casate sono ancora oggi ricordati quelle dei Toraldo, il cui capostipite si distinse nella battaglia di Lepanto (1571), che fu vinta contro una delle più grandi flotte Turche, e quella dei Gallelli, la cui fama è peraltro testimoniata dall'imponente Villa-Castello “Pietra Nera”, situata lungo la via di collegamento che dalla marina porta all'antico centro. Fu danneggiato dai terremoti del 1640 e del 1659 e quasi distrutto, come tanti paesi della Calabria, da quello del 1783. Più di recente, la catastrofica alluvione del 1951 mise in ginocchio il paese provocando danni ingenti, che assieme al precedente terremoto del 1947 indusserro i governi locali e nazionali dell'epoca alla costruzione delle prime case nella frazione Marina, attorno alla già esistente stazione ferroviaria ed alle prime strutture di proprietà baronale, prima della baronessa Scoppa e poi della famiglia Paparo.
 
Badolato divenne nel tempo un importante punto di riferimento per le zone circostanti, come fulcro della religiosità essendo frequentato da monaci Basiliani, Francescani e Domenicani, che costituirono numerose confraternite, ancora oggi operanti ed occupate nella gestione e custodia delle magnifiche chiese e dei conventi edificati nei secoli passati.
questo piccolo borgo vanta la bellezza di 12 chiese, tra le più importanti troviamo:
Chiesa dell'Immacolata (1686) - Chiesa del convento di san Domenico (1566) - Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (1198) - Chiesa dell'Annunziata (1654) - Chiesa della Provvidenza (1598) - Chiesa Ss.mo Salvatore (1218), ecc.
 
 
 

Bivongi

bivongi

 
 
Altro bellissimo borgo da visitare è Bivongi, situato alle falde del Monte Consolino, tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro. L'abitato è assai pittoresco, con un labirinto di stradine, con una miriade di scale e scalette che servono per raggiungere le abitazioni, altissime, poste una sopra l'altra, in un mucchio di muri e di archi. E' stata per circa 7 secoli alle dipendenze della Certosa di Serra fino a quando, nel 1806 con la venuta dei francesi, non divenne autonoma. "Università di Bivongi" il titolo assunto dal paese, cioè entità locale costituita giuridicamente. Nella sua lunga storia millenaria conserva ancora molte delle antiche tradizioni. Il paese, ancor oggi attivo, in passato fu tra i più conosciuti per le molteplici attività che vi fiorivano, dalla produzione della seta alla lavorazione dei metalli e della pietra, alla produzione dell'energia elettrica, all'estrazione, dalle locali miniere, del molibdeno. Fa parte di quella che è stata ribattezzata la vallata bizantina dello Stilaro per la presenza di molti monumenti e per essere stata meta, ancora prima del X secolo, dei monaci provenienti dall'Oriente che scappavano, con le loro icone, dalle leggi iconoclaste emanate dall'imperatore Leone Isaurico. L'obiettivo del visitatore è la basilica di San Giovanni Theristis dell'XI secolo. Dopo il completamento dei lavori di restauro del 2002, è un vero e proprio capolavoro dell'arte bizantino-normanna. Vi si trovano degli affreschi realizzati secondo lo stile bizantino del XIII secolo, ma il più bel dipinto, una tela raffigurante la Madonna col Bambino, è stato trafugato. Recentemente è stato ripristinato il monastero con la presenza di alcuni monaci ortodossi.
 
 
 
 

Chianalea e Scilla

chianalea

 
 
Scendendo verso sud troviamo Chianalea è il più antico borgo di Scilla, il suo nome deriva da “Piano della Galea”, ma è chiamato anche Acquagrande o Canalea, perché le piccole case che sorgono direttamente adagiate sull’acqua, sono separate le une dalle altre da piccole viuzze, simili a canali che scendono direttamente nel Mar Tirreno, formando un idillio fra civiltà e natura che resiste da secoli. Tra le stradine strette e tortuose, si possono ammirare l’alternarsi della antiche fontane: la “fontana Ruffo”, situata in via Annunziata, è di epoca incerta. Probabilmente fu costruita nel XVI sec per volere della famiglia Ruffo della quale porta inciso lo stemma. A forma di nicchia, e decorata con una serie di fregi, la “Fontana tre canali” sulla quale vi è scolpita la data 1610, in pietra chiara, presenta mascheroni che spillano acqua e fregi decorativi, e la fontana “Il Canalello” chiamata anche fontana di San Clemente, situata in via Annunziata, è una fonte di acqua sorgiva che sgorga da centinaia di anni.Edifici storici di grande importanza sono: la Chiese di Santa Maria di Porto Salvo e la Chiesa di San Giuseppe e l’antico Palazzo Zagari, edificio del 1933 in stile eclettico, “Villa Zagari” palazzo del 900 è oggi monumento Nazionale dedicato a una delle più grandi figure della clinica medica Italiana, Giuseppe Zagari.
Scilla, risalente al V secolo a.C., la sua storia si fonde con il mito della bella ninfa Scilla (che venne tramutata in mostro marino a causa del suo amore per Glauco e si rifugiò in un antro sotterraneo proprio di fronte alla compagna di sventura siciliana Cariddi, anche lei in origine ninfa, tramutata da Zeus in terribile gorgo marino).
 
 
 

Gerace

gerace

 
 
Sempre in provincia di Reggio Calabria troviamo questo meraviglioso borgo, Gerace. Famoso per la più grande Cattedrale della Calabria, che come altre chiese ed edifici di culto latino geracesi, è sorta nel periodo normanno.
fu fondato nel IX secolo da profughi locresi in fuga dalle incursioni saracene, mantiene intatto l’impianto alto medievale, mura comprese. Il centro storico, regala il fascino bizantino mescolato ad architetture del gotico-cistercense, con strade e vicoli a scale, bei palazzi e chiese.
Il castello medievale, costruito a difesa della città nella parte più alta della collina.
 
 
 
 

Stilo

stilo

 
 
Infine tra le più blle rappresentanze Calabresi troviamo La Cattolica chiesa bizantina alle falde del monte Consolino a Stilo. Testimonianza di influssi orientali con espressioni architettoniche della Georgia e dell'Armenia. L'interno custodisce molti affreschi che rappresentano la vita dei Santi. Stilo sorge su gradinate di pietra tufacea, il borgo riscopre scenografie medievali, assistendo al "Palio di Ribusa" il più tradizionale evento che Stilo presenta ogi prima settimana di agosto. Tra protagonisti pronti a sfidarsi in costume nei giochi del palio troviamo giocolieri, mangiafuoco, artificieri, e cavalieri al galoppo.
da visitare a Stilo oltre alla Cattolicas troviamo La Chiesa di San Francesco, I ruderi del Castello, Chiesa di San Giovanni Therestys e il Duomo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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