Nocera Terinese
Il primo nucleo abitativo era concentrato sull'altopiano di Terina, come confermato dal ritrovamento di numerose asce e accette di pietra, levigate a forma di triangolo e frammenti di ceramica pre-ellenica. La città fu distrutta da Annibale o secondo alcuni, quest'ultimo distrusse le mura ed i saraceni l'annientarono nel 960. Fu sede di laure, edificate da monaci che trovarono rifugio in queste terre per scampare alle persecuzioni iconoclaste. Un cenobio di monaci basiliani del secolo VI si trovava di fronte al piano di Terina, in contrada Vurghe o Borghi, dove erano ubicate le abitazioni della gente scampata alla distruzione. Altre laure bizantine erano ad ovest dell'abitato, S. Sofia, Santi Quaranta a Maletta, Santi Orientali a Campo d'Arata. Il territorio fu protetto da torri di difesa e d'avvistamento, tra cui quella del Torrazzo sul piano di Terina.
Il Sabato Santo a Nocera Terinese, durante la processione con la statua della Madonna Addolorata, per le strade del villaggio, il "Vattiente", o flagellante, vaga per le strade, con le braccia e le gambe scoperte, cominciando a colpirsi le cosce con la 'rosa', un disco di sughero di circa dieci centimetri di diametro che battuto sulla carne favorisce una migliore circolazione, quindi si frusta pubblicamente con un disco di sughero simile al precedente per la forma e dimensioni, in cui sono inchiodati tredici schegge di vetro, per i 13 apostoli, che comportano la fuoriuscita del sangue.