Villaggio Mancuso

villaggiomancusoVillaggio Mancuso è un villaggio turistico montano della Sila Piccola, frazione del comune di Taverna paese della Provincia di Catanzaro.
Villaggio Mancuso nasce nei primi decenni del XX secolo, come centro di villeggiatura di montagna per i cittadini del Catanzarese, in una delle aree più pregiate e fitte della Sila. Si sviluppa negli anni successivi, in particolare negli anni '50 e '60, distendendosi nell'areale dei monti Femminamorta e Gariglione.

In questi anni cominciano ad essere realizzate le tipiche casette in legno a listelli bianco e neri, che ricordano le baite svizzere. Negli anni successivi cominciarono ad essere edificati i primi alberghi ed attività ricreative, che implementarono un servizio turistico che si basava solo su abitazioni private, dotando il centro di una discreta ricettività turistica. Il villaggio si trova nella parte meridionale della Sila e forma insieme al Villaggio Racise, Buturo, Cutura, Pantane, Monaco e Tirivolo, il comprensorio turistico della Sila Piccola di cui costituisce il centro principale.

Il villaggio si trova all'interno del Parco nazionale della Sila, al confine sud - est, e custodisce al proprio interno il "Centro Visite Monaco", il secondo centro visite del Parco dopo quello del Cupone, mentre nelle immediate vicinanze del villaggio si trova anche la Riserva naturale Poverella Villaggio Mancuso.

92165.jpgvillaggio.jpgpoverella1.jpgVillaggio-Mancuso-Casetta.jpgvillaggiomancuso.jpg

Taverna

Taverna-Veduta-panoramicaTaverna è un comune della provincia di Catanzaro, situato ai piedi della Sila Piccola. La leggenda narra che Taverna fu fondata ai tempi della dominazione greca in Calabria. Fu dominata dai bizantini e dai normanni e distrutta due volte. Dopo la distruzione la popolazione si spostò e riprese a vivere in quello che poi fu denominato Taverna Nuova.
A Taverna vi sono edifici di grande interesse architettonico come la Chiesa di San Domenico e la Chiesa di Santa Barbara. Taverna è anche il paese natale di un grande pittore del 600, Mattia Preti, detto il Cavaliere Calabrese, perché fatto cavaliere da papa Urbano VIII durante la sua attività a Roma. Il paese ospita oggi una mostra di opere del grande pittore.

Panorama_Comune_Taverna-800x400.jpgmostra-mattia-preti-museo-civico-taverna-catanzaro.jpg42956-800x600-500x375.jpgTaverna-Veduta-panoramica.jpg800px-Navata_Chiesa_San_Domenico_Taverna.jpg

Nicastro

Nicast9Nicastro è una delle circoscrizioni comunali della città di Lamezia Terme. È stato un comune autonomo sino al 1968, anno dell'unificazione con Sambiase e Sant'Eufemia Lamezia per la nascita del nuovo comune, del quale è il quartiere più popoloso. Nel territorio dell'ex comune sono presenti la curia vescovile della diocesi di Lamezia Terme, l'ospedale civile, il tribunale, la casa circondariale e vari uffici amministrativi.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose:
Cattedrale dei SS. Pietro e Paolo: fu fondata dalla Contessa Eremburga intorno al 1100, in stile normanno, più volte danneggiata dai terremoti, andò completamente distrutta col terremoto del 1638, fu ricostruita ancora più grande, in stile barocco, dal vescovo Giovan Tommaso Perrone, con ampliamento dell'edificio, portato a termine nel 1642. All'interno si possono ammirare una pala d'altare nella Cappella del SS. Sacramento rappresentante la cena del Signore ed eseguita dal pittore Francesco Colelli nel 1762 oltre ad una croce processionale del XVIII secolo e a dei busti dorati dei SS. Pietro e Paolo;
Chiesa della Veterana: è la chiesa della Madonna delle Grazie e risale al 1601. Fu costruita perché la Madonna apparve in sogno alla figlia di Federico II dicendole che aveva il desiderio di vedere edificata una chiesa sul colle. È chiamata veterana perché dopo la distruzione della cattedrale è la chiesa più antica del quartiere Nicastro. Da rilevare al suo interno una tela raffigurante la Madonna con ai suoi piedi la principessa della leggenda. Vi era inoltre un'opera di grande valore eseguita da Francesco Colelli, solo che è stata trafugata e il pittore Giorgio Pinna l'ha riprodotta e collocata al posto dell'originale;
Chiesa San Teodoro: fu eretta nel XIV secolo, presenta un orologio, collocato sul campanile, del 1840. Sembra sia l'unico di questo tipo ancora funzionante. Al suo interno si può apprezzare un organo del 1600 e l'altare maggiore costruito in stile barocco e datato 1861;
Chiesa San Domenico: conserva numerosi affreschi ed il quadro di San Domenico, che ha una cornice barocca ad intaglio dorata del 1647. Vi è inoltre un ostensorio in argento fuso e sbalzato, databile alla prima metà dell'Ottocento. Di notevole pregio è l'organo del Settecento, in legno con decorazione dorata. Di pregevole fattura, tra la prima e la seconda arcata, si può ammirare la Grotta della Madonna di Lourdes mentre di fronte vi è un altarino dedicato al SS. Ecce Homo;
Santuario Sant'Antonio di Padova: la chiesa di Sant'Antonio, officiata dai minori cappuccini, ha annesso il convento, costruito dopo il terremoto del 1638. La chiesa, inizialmente ad una sola navata, conserva all'interno, sopra l'altare maggiore una grande tela con la Madonna degli Angeli, San Francesco d'Assisi e Innocenza III. La chiesa è denominata Santa Maria degli Angeli, in seguito vi fu costruita una navata progettata come cappella, dedicata a Sant'Antonio. Di notevole valore è il quadro di Sant'Antonio datato 1664, opera del pittore Giacomo Stefanone. Nella navata dedicata a Sant'Antonio vi è un dipinto di Andrea Cefaly raffigurante l'Immacolata;
Santuario Madonna della Spina: la tradizione vuole che un contadino, andando nel bosco a fare legna, ebbe la visione di una "donna bellissima" che lo invitava a roncare lo spineto che si conserva ancora appoggiato al muro della chiesa della Spina. Eseguito l'ordine, l'uomo vide comparire un dipinto parietale che raffigurava una Madonna con Bambino. Avendo fatto quanto richiesto, la signora gli fece dono di una moneta d'oro con la quale per più settimane provvide alle necessità della famiglia. In seguito all’evento miracoloso in quel sito si costruì una chiesetta, intitolata a Santa Maria detta la Bella;
Santuario Madonna del Soccorso.

Architetture civili:
Complesso monumentale di San Domenico;
Palazzo Blasco;
Palazzo D'Ippolito;
Palazzo Niccoli;
Palazzo Nicotera (Monachelle);
Palazzo Nicotera (Severisio);
Palazzo Panariti;
Palazzo Statti;
Palazzo della curia vescovile;
Palazzo del seminario vescovile;
Teatro Grandinetti;
Teatro Umberto.

Architetture militari:
Ruderi del castello Normanno-Svevo: fu fatto costruire verso la metà dell'XI secolo dai Normanni per difendere la piana di Sant'Eufemia dagli eventuali incursori. Successivamente fu fatto ampliare da Federico II, all'interno vi furono costruite anche delle caserme che poi vennero adibite a carcere. Fu fortemente danneggiato dal terremoto del 1638;
Ruderi porta di Sant'Antonio: secondo alcune testimonianze questa rappresentava la porta d'ingresso dell'ex comune di Nicastro. In parte distrutta, rimangono visibili solo i due grandi pilastri a pianta quadrata.

Martirano

martiranoMartirano è un comune della provincia di Catanzaro. L'etimologia di «Martirano» viene associata a Marte ed ai Mamertini. Nei documenti scritti fino al XIX secolo, Martirano è chiamato anche Martorano; in quelli successivi al 1907, anno di fondazione di Martirano Lombardo (o Martirano Nuovo), Martirano è chiamato anche Martirano Antico.
Chi visita Martirano Lombardo non puó non ammirare alcuni edifici nobiliari ricchi di ricordi, la fine architettura delle sue case mentre una visita d'obbligo merita la chiesa del sacro cuore di Gesú edificata ai tempi dell'amministrazione Michele Berardelli con l'utilizzo di maestranze locali ed aperta al culto nel 1937. In essa si possono osservare con interesse la grande statua in legno che occupa la parte centrale dell'abside donata dalla nobil donna Serafina Berardelli, la statua dell'Assunta, dono di donna Eleonora Nigro moglie di Sebastiano Berardelli primo podestá di Martirano Lombardo. L'ampio soffitto é dominato dai dipinti di ottimo effetto stilistico ed espressivo eseguiti a cura e spese dell'ing. Alessandro de' Medici. Un quadro d'autore di notevole pregio artistico trovasi esposto sulla parete della navata destra della chiesa raffigurante un Cristo trionfante mentre di pregevole fattura si presenta ai fedeli l'altare centrale, opera recente dello scultore nicastrese Maurizio Carnevali. Una passeggiata riposante e suggestiva viene offerta dal viale dei Tigli con la sua spaziosa terrazza e la sua lussureggiante vegetazione.

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Parco Archeologico di Scolacium

Scolacium-104Il Parco Archeologico di Scolacium si trova in località Roccelletta di Borgia, località completamente conurbata con i quartieri marinari del comune di Catanzaro. Dell'abitato preromano rimane poco; i resti visibili nel sito dimostrano l'impianto della colonia romana con i monumenti più importanti.

Tra essi vanno segnalati gli avanzi delle strade lastricate, degli acquedotti, dei mausolei, di altri impianti sepolcrali, della basilica e di un impianto termale. Il teatro poggia sul pendio naturale della collina e poteva ospitare circa 5000 spettatori. Fu costruito nel corso del I secolo e fu dotato di una nuova scena in occasione della fondazione della colonia da parte di Nerva, in concomitanza con il notevole sviluppo monumentale della città e con l'ampliamento dell'intero abitato; fu peraltro oggetto di numerosi rifacimenti successivi, fino al IV secolo. Dal teatro, da rilevare, proviene la maggior parte del materiale recuperato durante gli scavi, tra cui spiccano i pregevoli frammenti architettonici e gruppi scultorei. Poco distante dal teatro si trovano i resti dell'anfiteatro, la cui costruzione risale all'epoca dell'imperatore Nerva.

Scolacium, città di Cassiodoro, e successivamente, Minervium e Colonia Minervia è un'antica città costiera del Bruzio. Ebbe una storia millenaria attraverso greci, brettii, romani, bizantini, saraceni e normanni. Le sue rovine si trovano sulla costa ionica nel Golfo di Squillace (CZ) a Roccelletta di Borgia, tracce della città si trovano anche nella località Santa Maria del Mare in Caminia di Stalettì, ed altre ancora nei quartieri Lido e Germaneto di Catanzaro. La cittadina di Squillace deve il suo nome attuale all'antica Scolacium. Oggi esiste un parco archeologico nel comune di Borgia, ormai completamente conurbato con i quartieri marinari di Catanzaro.

Minervia Scolacium è il nome della colonia romana che fu fondata nel 123-122 a.C. nel sito dove precedentemente si trovava la città greca di Skylletion, a nord di Caulonia.

Il centro greco è nominato da Strabone ed ha un mito di fondazione collegato alle vicende della guerra di Troia: sarebbe stata fondata da Ulisse, naufragato in quella terra o dall'ateniese Menesteo durante il ritorno da Troia.

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