I Bronzi di Riace - Riace

bronzidiriace-1I Bronzi di Riace sono una coppia di statue bronzee di dimensioni leggermente superiori al vero (altezza m 2 circa), di provenienza greca o magnogreca o siceliota, databili al V secolo a.C. e pervenute in eccezionale stato di conservazione. I Bronzi di RiaceLe due statue - rinvenute nel 1972 nei pressi di Riace, in provincia di Reggio Calabria - sono considerate tra i capolavori scultorei più significativi del ciclo ellenico, e tra le poche testimonianze dirette dei grandi maestri scultori del mondo greco classico. I Bronzi si trovavano al Museo Nazionale della Magna Grecia Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria ma, a causa dei lavori di ristrutturazione dello stesso museo, sono temporaneamente ospitati nella sede del Consiglio Regionale della Calabria, sempre a Reggio. I Bronzi sono diventati uno dei simboli della città stessa. Il ritrovamento ed i restauri Il ritrovamento delle statue nel 1972Il 16 agosto 1972 Stefano Mariottini (un giovane sub dilettante romano) si immerge nel Mar Ionio a 300 metri dalle coste di Riace e ritrova casualmente ad 8 metri di profondità le statue dei due guerrieri che diventeranno famose in tutto il mondo come i Bronzi di Riace. In particolare l'attenzione del subacqueo fu attratta dal braccio sinistro di quella che poi sarebbe stata denominata statua A, unica parte delle due statue che emergeva dalla sabbia sul fondo del mare. Per sollevare e recuperare i due capolavori, i Carabinieri del nucleo sommozzatori utilizzarono un pallone gonfiato con l'aria delle bombole. Così il 21 agosto fu recuperata la statua B, mentre il giorno successivo toccò alla statua A (che ricadde al fondo una volta prima d’essere portata al sicuro sulla spiaggia). La denunzia ufficiale depositata il 17 agosto 1972 con Protocollo N. 2232, presso la Soprintendenza alle antichità della Calabria a Reggio Calabria, in cui Stefano Mariottini "... dichiara di aver trovato il giorno 16 c.m. durante una immersione subacquea a scopo di pesca, in località Riace, Km 130 circa sulla SS Nazionale Jonica, alla distanza di circa 300 metri dal litorale ed alla profondità di 10 metri circa, un gruppo di statue, presumibilmente di bronzo. Le due emergenti rappresentano delle figure maschili nude, l'una adagiata sul dorso, con viso ricoperto di barba fluente, a riccioli, a braccia aperte e con gamba sopravanzante rispetto l'altra. L'altra risulta coricata su di un fianco con una gamba ripiegata e presenta sul braccio sinistro uno scudo. Le statue sono di colore bruno scuro salvo alcune parti più chiare, si conservano perfettamente, modellato pulito, privo di incrostazioni evidenti. Le dimensioni sono all'incirca di 1,80 cm." Sul lato sinistro di questa denuncia ufficiale, tutta battuta a macchina, si nota un appunto scritto a mano, di colore rosso, ed a firma G. Foti (soprintendente scomparso giorni prima l’arrivo a Reggio di Calabria dei Bronzi, n.d.r.). "La presente segnalazione fa seguito alla comunicazione telefonica del 16 agosto 1972, ricevuta alle ore 21 che denunziava la scoperta." Durante i primi interventi di pulitura dalle concrezioni marine (eseguiti dai restauratori del Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria), apparve evidente la straordinaria fattura delle due statue. Fu confermata infatti la prima ipotesi secondo cui i bronzi dovevano essere autentici esemplari dell'arte greca del V secolo a.C., venuti ad affiancare quindi le pochissime statue in bronzo che sono giunte fino ai noi complete, come quelle conservate in Grecia: l'Auriga di Delfi e il Cronide di Capo Artemisio al Museo Archeologico Nazionale di Atene. Divenuti ormai tra i simboli della città di Reggio Calabria, i Bronzi di Riace sono custoditi al Museo Nazionale della Magna Grecia.A Reggio l'equipe di tecnici lavorò alla pulitura delle due statue fino al gennaio 1975, quando la Soprintendenza reggina ebbe la certezza che sarebbe stato impossibile eseguire un completo e valido restauro delle statue utilizzando solo i limitati strumenti che erano a disposizione del proprio laboratorio. Fu allora che si decise di trasferirle al più attrezzato centro di restauro della Soprintendenza della Toscana, presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, costituito dopo l'alluvione del 1966. Oltre alla pulizia totale delle superfici eseguita con strumenti progettati appositamente, a Firenze le statue furono sottoposte ad analisi radiografiche, necessarie per conoscerne la struttura interna, lo stato di conservazione e lo spessore del metallo. Le indagini portarono ad un primo esito sorprendente: il braccio destro della statua B e l’avambraccio sinistro su cui era saldato lo scudo risultarono di una fusione diversa dal resto della statua, furono infatti saldati in epoca successiva alla realizzazione della statua in sostituzione delle braccia originali probabilmente per rimediare ad un danneggiamento sopravvenuto quando la statua era già in esposizione. Durante la meticolosa pulizia si scoprirono alcuni particolari per i quali era stato usato materiale differente dal bronzo: argento per i denti della statua A e per le ciglia d’entrambe le statue, avorio e calcare per le sclere, rame per le labbra e le areole dei capezzoli di entrambe le statue. Le operazioni di restauro - che durarono cinque anni, fino al 1980 - si conclusero il 15 dicembre 1980 con l'inaugurazione di un'esposizione per sei mesi delle due statue sul grande palcoscenico del turismo fiorentino, presso il Museo Archeologico di Firenze come pubblico omaggio all'impegno tecnico e al lavoro ivi svolto. Fu proprio quest'esposizione fiorentina, seguita da quella successiva di Roma, a fare da primo detonatore per il non più tramontato clamoroso entusiasmo nazionale ed internazionale per i due Bronzi trovati a Riace. francobolli delle Poste Italiane raffiguranti i Bronzi di RiacePur essendo stato fatto durante il restauro fiorentino un trattamento conservativo, nei primi novanta sono comparsi numerosi fenomeni di degrado, che hanno consigliato lo svuotamento totale del materiale anticamente servito per modellare le figure (la cosiddetta "terra di fusione") e parzialmente lasciato dai restauratori fiorentini all'interno delle due statue. Così nel 1995, terminata la pulizia interna e dopo aver subito un trattamento anticorrosione, i due Bronzi sono stati nuovamente collocati nella grande sala del museo reggino, tenuta a clima controllato con l'umidità al 40-50% e la temperatura compresa tra i 21 e i 23 °C.

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